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Prestito personale per possessori di partite iva: guida completa

Quello delle partite IVA è un discorso molto particolare in Italia. La rivoluzione in atto nel mondo del lavoro, con la fine del posto fisso segnata dall’approvazione del Jobs Act, ha infatti spinto molte persone, in particolare i più giovani, a ripensare il proprio futuro lavorativo. In particolare sono molti coloro che pensano di mettersi in proprio e offrirsi sul mercato del lavoro in qualità di Free Lance, una categoria che secondo alcune statistiche, dovrebbe rappresentare oltre la metà della forza lavoro entro il 2030. Con tutti i problemi che una simile mutazione può comportare, ad ogni livello.

Una categoria perennemente svantaggiata

Se questa è l’evoluzione del mercato del lavoro, va però detto che la società e la politica sembrano in netto ritardo rispetto a ciò che sta accadendo. Lo si può capire dal fatto che proprio quella delle partite IVA è una delle categorie più vessate in assoluto, tanto da spingere molte persone a rinunciare ad aprirne una, preferendo senz’altro ripiegare sulla ritenuta d’acconto o sul vero e proprio lavoro in nero. Una situazione di cui la politica sembra non capire assolutamente la gravità, tanto da danneggiare ulteriormente il settore dei Free Lance ogni volta che prova ad emanare un provvedimento legislativo il quale lo riguardi.

Il settore creditizio cerca di correre ai ripari

A fronte di una situazione di questo genere, il mondo creditizio ha invece dovuto riconsiderare le proprie politiche. Lo ha dovuto fare proprio a seguito della facile constatazione che continuare a persistere in un atteggiamento di rigidità verso una categoria sempre più estesa, quella di chi non ha una busta paga, avrebbe in pratica comportato l’esclusione dal mercato del credito di milioni e milioni di possibili clienti. Se è vero, dunque, che le partite IVA rappresentano una categoria meno sicura rispetto ai lavoratori dipendenti, va anche considerato come non pochi tra questi lavoratori siano in grado di offrire certezze in merito al rientro dei capitali prestati, proprio grazie ai proventi del loro lavoro. Occorre soltanto cambiare le modalità di approccio, come è stato fatto appunto con i prestiti personali riservati ai soggetti che non possono produrre una busta paga.

Prestiti con partita IVA: cosa sono e come funzionano?

Grazie alle agevolazioni fiscali previste per l’apertura di una partita IVA e più in generale per il mercato del lavoro maggiormente aperto a figure lavorative autonome, sono sempre di più coloro, in particolare giovani, che stanno prendendo in considerazione l’idea di aprire una partita IVA, soprattutto se impegnati in attività come liberi professionisti (ingegneri, architetti, commercialisti e altre figure di questo genere) oppure in qualità di imprenditore autonomo (in particolare gli artigiani).

Anche il titolare di partita IVA può accedere a delle linee di credito per sopperire ad una mancanza di liquidità, a patto di riuscire a dimostrare la propria capacità di poter remunerare il prestito personale concesso da un istituto bancario o creditizio.

In pratica, quindi, chi avanza una richiesta di questo genere, deve essere in grado di produrre garanzie.

Come dimostrare la propria affidabilità creditizia

Al fine di poter dimostrare la propria affidabilità creditizia, il lavoratore a partita IVA deve dimostrare alla controparte l’esistenza di fondi che possono senz’altro ripagare il rischio assunto dall’istituto bancario o creditizio o di cespiti patrimoniali da cui attingere in caso di bisogno. Ad esempio si può produrre un documento bancario dal quale risulti chiaramente l’esistenza di continui bonifici da parte dei committenti, oppure porre come garanzia il reddito derivante dall’affitto di un’immobile.

I documenti da produrre

Ove la partita IVA decida di richiedere un prestito personale, deve fornire all’istituto di credito una serie di documenti:
– l’ultima dichiarazione dei redditi per mezzo di modello 730 oppure modello unico;
– un documento di identità in corso di validità e codice fiscale.
Una volta che la richiesta sarà stata avanzata, sarà necessario attendere alcuni giorni, quelli necessari all’istituto di credito per dare vita alla cosiddetta istruttoria, ovvero il periodo di tempo durante il quale gli incaricati della banca o della finanziaria dovranno valutare la fattibilità dell’operazione. L’importo finanziabile varia a seconda dell’istituto di credito prescelto e della situazione finanziaria del richiedente. In questa fase dovrà quindi essere analizzato anche il passato creditizio del richiedente.

Il prestito con garante

Anche in questo caso, una possibile alternativa è rappresentata dal prestito con garante, ovvero quella particolare forma di finanziamento che prevede la presenza di una terza figura che vada a proporsi come vera e propria garanzia rispondendo personalmente della eventuale impossibilità a onorare il debito da parte del contraente principale. Naturalmente il garante deve rispondere ad una serie di requisiti, partendo dalla sua solidità finanziaria e patrimoniale. Inoltre non deve avere in corso altri prestiti o, nel caso contrario, dimostrare di poterli onorare tutti. Infine anche nel suo caso va analizzato il passato creditizio, per capire se abbia fatto parte in passato di una delle liste di cattivi pagatori che vengono compilate periodicamente da soggetti come il CRIF.