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Prestiti personali: qual è l’importo massimo?

Quando si parla di prestiti personali e importo massimo, è piuttosto complicato stabilire una cifra generica valida per ogni casistica, giacché sono molteplici i fattori che vengono presi in considerazione da un istituto di credito e società finanziaria quando si valuta una richiesta di finanziamento. Oltre alla tipologia di prodotto prescelta e alle politiche di rischio delle singole banche, per cui ad esempio un soggetto iscritto nel registro dei cattivi pagatori potrà accedere solo a talune determinate forme di credito e a condizioni più onerose, proviamo ad analizzare quali sono comunemente gli elementi lungo l’iter di valutazione della domanda di finanziamento che vanno ad incidere sull’importo massimo dei prestiti personali, e conseguentemente sul costo complessivo a carico del beneficiario.

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Un reddito disponibile e certificato

Potrà sembrare ingiusto agli occhi del profano, ma nel mercato del credito più alto è il reddito maggiori sono le possibilità di ottenere un prestito: la prima garanzia per banche e finanziarie infatti è rappresentata dalla certezza di un reddito sufficiente a coprire il piano di ammortamento concordato con il debitore. Capita spesso che il richiedente faccia domanda di un importo troppo elevato, costringendo l’istituto di credito ad opporre un diniego, questo perché vi è un’eccessiva distanza tra la somma richiesta e il reddito da lavoro o pensione percepito: i dati statistici a disposizione delle banche dimostrano che se un cliente paga come rata mensile importi superiori al 20 – 25 per cento del proprio reddito, questi andrà in difficoltà e non sarà in grado di garantire con regolarità i pagamenti. Se si necessitano di cifre superiori a quanto possa sostenere il proprio reddito bisogna ricorrere ad altre formule come un prestito con garante, alla cessione del quinto e al prestito delega, che però sono riservati solo a particolari categorie e a determinate condizioni. Inoltre non bisogna dimenticare che

il reddito disponibile deve essere dimostrabile, attraverso una documentazione valida e certificata, come la busta paga o il cedolino della pensione che attesti l’importo mensile percepito, mentre se si è lavoratori autonomi allora si deve ricorrere al cosiddetto modello Unico dal quale si determina il reddito medio mensile.

La continuità di poter disporre del reddito nel tempo

Un reddito disponibile e dimostrabile è condizione necessaria ma non sufficiente per stabilire il via libera al finanziamento e con quale importo massimo: l’istituto di credito necessita infatti di conoscere la disponibilità nel tempo del reddito, che deve essere continua per garantire la sostenibilità di un piano di ammortamento. Tale continuità è determinata dal contratto di lavoro: il modo più facile per ottenere un prestito personale è avere un contratto di lavoro a tempo indeterminato, che garantisce una disponibilità sul lungo periodo, oppure anche a tempo determinato, a patto che la durata certa del contratto sia almeno pari alla durata del rimborso del finanziamento. Diversamente,

per i lavoratori autonomi la continuità nel tempo si calcola dal numero di anni dell’attività professionale, dall’andamento di reddito nel tempo, per cui potrebbero venir richiesti anche i modelli Unico di più anni, e ulteriori parametri. La continuità nel tempo del reddito è il fattore decisivo che consente di definire l’importo e la durata massima del periodo di rimborso del finanziamento, ossia il numero delle rate mensili.

Come si calcola il costo complessivo di un finanziamento

Determinato in questo modo l’importo massimo del prestito personale, la rata mensile del piano di ammortamento e la durata dello stesso, è possibile adesso calcolare il costo complessivo del finanziamento e comprendere quanto bisognerà pagare, oltre alla restituzione della somma beneficiata, in termini di interessi per il prestito. Facciamo un esempio standard per capire bene come funziona: ammettiamo di dover corrispondere alla banca una cifra di 240 euro di rata fissa ogni mese per un periodo di 4 anni. L’importo complessivo del rimborso per il finanziamento sottoscritto sarà di 11.520 euro, ma ovviamente non tutta questa cifra è realmente pervenuta al beneficiario, poiché da questi 11.520 euro dovremo sottrarre il costo degli interessi e le spese accessorie obbligatorie, quali ad esempio spese di istruttoria, incasso rata e assicurazioni, e quelle facoltative eventualmente sottoscritte come le assicurazioni sul credito di natura specifica.

Immaginando un TAEG all’11 per cento, ovvero il valore che indica il costo complessivo di tutto il finanziamento, si può dedurre calcolando l’importo che si avrà a disposizione una cifra di circa 9.300 euro: i restanti 2.220 euro rappresentano il costo del finanziamento. Questa è un’ipotesi di simulazione effettuata con uno dei siti di comparazione delle offerte di credito che consentono appunto di stabilire i costi di un finanziamento effettuando diverse soluzioni, ma se volessimo immaginare ad esempio una rata mensile di ammortamento più elevata, di 300 euro, si avrebbe un importo netto complessivo di 11.800 euro a cui bisogna aggiungere gli interessi e i vari oneri finanziari, per cui si dovrebbe restituire all’incirca 14.400 euro, con un costo del finanziamento pari a 2.600 euro.

Conclusioni

Gli esempi riportati sono delle semplici simulazioni generiche per calcolare in un prestito personale l’importo massimo, ma ovviamente ogni istituto di credito e società finanziaria presenta offerte e proposte per ogni necessità a costi competitivi, con periodici sconti e riduzioni di tassi di interesse o altri finanziari. Pertanto, il consiglio prima di sottoscrivere un contratto di prestito personale è di vagliare più proposte e di utilizzare i simulatori on line per trovare la soluzione di finanziamento più conveniente.