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Domande frequenti sui prestiti personali: risposte a tutti i dubbi

Riguardo i prestiti personali vi sono domande frequenti da parte tanto dei neofiti quanto di chi è già avvezzo al mondo del credito, dubbi e interrogativi che riguardano un po’ tutti gli aspetti che regolano il meccanismo dei finanziamenti, le differenze tra le varie tipologie di prestiti finalizzati e non, il funzionamento complessivo dell’iter di valutazione, chi può richiedere questi finanziamenti e perché vengono negati, e via discorrendo. Se anche voi avete delle questioni sul tema, provate a leggere questa sintesi che vi forniamo circa le domande frequenti sui prestiti personali, le cosiddette Faq che trovate in maniera generica anche sui siti ufficiali delle varie banche e società finanziarie al fine di dissipare i dubbi dei potenziali clienti.

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Indice dei contenuti

Qual è la differenza tra prestito personale e finalizzato?

Mentre nel prestito finalizzato il denaro viene impiegato appositamente per dilazionare nel tempo l’acquisto di un bene o servizio, e pertanto il finanziamento viene erogato presso il punto vendita in cui si effettua il suddetto acquisto, con la somma di denaro che viene accreditata non al richiedente ma al negozio convenzionato con la finanziaria,

il prestito personale viene erogato direttamente al cliente, che è libero di utilizzarlo come meglio crede senza bisogno di presentare alcuna giustificazione di spesa alla società finanziaria o istituto di credito che lo ha concesso.

Che differenza c’è tra prestito personale e mutuo?

Si può ricorrere a entrambi per l’acquisto o la ristrutturazione di un immobile, ma oltre al fatto che un mutuo ha generalmente importi più elevati di un prestito personale, la differenza fondamentale è che per concedere un prestito

non sono richieste garanzie reali, al massimo talora può essere richiesta la firma di un garante terzo come fideiussore o coobbligato, mentre per il mutuo è richiesta l’ipoteca sull’immobile che si intende acquistare. Inoltre il mutuo è un finanziamento a medio-lungo termine che può arrivare anche a 30 anni, e prevede un importo che in genere copre fino all’80 per cento del valore dell’immobile, mentre la durata di un prestito in genere è compresa tra i 12 e i 120 mesi.

Cosa valutare per scegliere l’offerta di prestito più conveniente?

Per scegliere l’offerta di prestito più conveniente bisogna guardare due indici del finanziamento, ovvero TAN e TAEG: il

Tasso Annuo Nominale indica gli interessi che vengono applicati al prestito, dunque la cifra che si andrà a pagare in più oltre al capitale da restituire, mentre il Tasso Annuo Effettivo Globale comprende tutte le spese e gli oneri accessori correlati al finanziamento, come ad esempio le spese di apertura pratica, le spese per informazioni e quelle di assicurazione.

Qual è il costo reale di un finanziamento?

Per valutare il costo reale di un finanziamento non bisogna limitarsi a considerare l’importo della rata, ma è necessario analizzare tutte le voci di spesa riunite nell’indice denominato TAEG, ovvero il Tasso Annuo Effettivo Globale, che rappresenta il costo complessivo di un finanziamento.

Quando si confrontano diverse proposte di finanziamento, si consiglia pertanto di usare questo indice per valutare l’offerta più competitiva del momento.

Come richiedere un prestito personale?

Il modo più semplice è recarsi presso una qualsiasi delle filiali presenti fisicamente sul proprio territorio della banca prescelta, compilare il modulo di richiesta e riconsegnarlo unitamente ai documenti necessari, ovvero copia del documento di identità, codice fiscale e un documento che attesti il reddito come busta paga, cedolino della pensione o modello Unico. Come alternativa

si può richiedere il prestito on line attraverso il sito ufficiale della finanziaria prescelta, basta compilare la richiesta su un apposito form presente in una pagina dedicata, o ancora molte banche mettono a disposizione un numero verde per avere maggiori informazioni ed effettuare una richiesta di finanziamento.

Quali sono le modalità di rimborso?

Il pagamento delle rate può essere effettuato solitamente in due modi, o attraverso il pagamento di bollettini postali oppure con addebito automatico su conto corrente bancario, il cosiddetto RID.

Chi valuta la richiesta di prestito?

La valutazione della richiesta di preventivo spetta alla società finanziaria o all’istituto di credito scelto per l’erogazione del prestito, il quale procede all’iter valutando le garanzie offerte dal richiedente in merito alla sua affidabilità creditizia.

Quali requisiti servono per ottenerlo?

L’istituto di credito che valuta una richiesta di prestito prende in considerazione l’affidabilità creditizia del soggetto e la sua capacità di rimborsare il prestito. Pertanto il primo requisito richiesto è possedere un reddito tale da poter sostenere l’importo di ogni singola rata. Esistono tre tipi di requisiti minimi per poter accedere ad un prestito, sia esso finalizzato oppure no, e sono:

  • Età del richiedente: deve essere compresa tra i 18 e i 75 anni
  • Tipologia d’impiego: i dati personali necessari per accedere al prestito, che riguardano soprattutto la professione del richiedente e il livello di reddito che ne deriva.
  • Affidabilità creditizia: il passato di un soggetto dal punto di vista finanziario nonché la sua idoneità ad ottenere un credito da parte di una banca o società finanziaria, sulla base della capacità di far fronte ai suoi impegni con puntualità e senza ritardi, tenendo conto del piano di ammortamento da rispettare.

Dopo aver inviato la richiesta di prestito cosa succede?

In genere si riceve l’esito della tua richiesta via email entro poco tempo, dalle 24 ore fino a pochi giorni, a seconda dei tempi dell’iter di valutazione. Il consulente delle finanziaria prescelta contatterà il richiedente per comunicare l’esito e seguire le fasi successive necessarie alla concessione del prestito.

Sono concessi prestiti ai pensionati?

Sì, anche i pensionati possono richiedere un finanziamento, purché rispettino i criteri di valutazione fissati dall’istituto di credito cui ci si sta rivolgendo. Generalmente il meccanismo più diffuso prevede

per i pensionati Inps ed ex Inpdap la possibilità di richiedere un finanziamento tramite cessione del quinto ovvero rimborsabile tramite addebito automatico sulla pensione, con una rata che non può superare un quinto dell’assegno previdenziale netto. Per questo tipo di finanziamento è richiesta la stipulazione di un’assicurazione obbligatoria.

Come mai la mia richiesta di prestito è stata respinta?

Le ragioni per cui una richiesta di prestito viene respinta possono essere molteplici, ma generalmente rientrano in questi ambiti:

  • Non ci sono sufficienti garanzie
  • Ci sono stati in passato ritardi nel pagamento delle rate
  • Ci sono altri prestiti in corso di importo elevato

Nell’iter di valutazione di una richiesta di finanziamento riveste molta importanza l’affidabilità creditizia di un cliente, per cui a parità di reddito e garanzie presentate, due potenziali clienti con il medesimo profilo potrebbero ottenere un fido diverso ad esempio solo perché il primo ha rimborsato puntualmente un prestito mentre l’altro non ha mai richiesto un prestito, e siccome banche e finanziarie si rifanno al passato creditizio del soggetto, non possedendo alcuna informazione sulla puntualità nei pagamenti, difficilmente si assumono un rischio elevato.

Istituti di credito e società finanziarie valutano le richieste di credito non solo sulla base di procedure standard, ma anche tenendo conto della propria policy, ovvero criteri interni che variano a seconda del rischio che ogni ente finanziatore intende assumersi.

Posso inviare una nuova richiesta di prestito se la precedente è stata rifiutata?

Sì, puoi inviare una nuova richiesta di finanziamento ad un altro istituto di credito, poiché ciascuno di essi adotta un proprio criterio di valutazione e non è detto, quindi, che una richiesta rifiutata in precedenza non possa essere accolta da un secondo istituto. Tuttavia

chi dovesse ricevere un secondo esito negativo deve cominciare a ipotizzare la possibilità di ricorrere a soluzioni alternative, poiché le probabilità che una terza banca o finanziaria accogliere la richiesta sono molto ridotte.

Posso richiedere un prestito se ho già in corso un altro finanziamento?

Sì, il fatto di avere un altro finanziamento in corso non impedisce di fare richiesta per un altro prestito: ogni istituto di credito nel fare la valutazione del richiedente terrà conto dell’ammontare dei finanziamenti già in essere in rapporto al reddito dichiarato, decidendo se accettare o meno la nuova richiesta.

Cosa significa prestito in ammortamento?

È un’espressione che indica il finanziamento per il quale è in corso il rimborso scadenzato attraverso il pagamento periodico di rate. Il piano di ammortamento di un prestito indica in dettaglio il rimborso del prestito calcolato rata per rata, e rappresenta il prospetto che, con riferimento ad ogni periodo di rimborso, indica l’importo della rata, a sua volta ulteriormente scomposta in quota capitale e quota interessi, il debito estinto, e il capitale residuo.

Per i prestiti personali il più diffuso piano di ammortamento è quello cosiddetto alla francese che prevede rate costanti per tutta la durata del prestito, con una quota interessi decrescente nel tempo e una quota capitale in progressivo aumento.

Cosa succede se ho tardato nel pagamento delle rate?

Le conseguenze in caso di tardivo pagamento delle rate sono:

  • Mora: gli interessi vengono maggiorati di una determinata percentuale secondo quanto stabilito dalle norme vigenti in materia.
  • Registrazione presso Sic: se si ritiene che sia stata compromessa l’affidabilità creditizia si viene registrati presso i Sic, Sistemi di Informazioni Creditizie, che produce ripercussioni sulla futura concessione di altri prestiti da altre banche o finanziarie, essendo queste informazioni condivise dall’intero sistema bancario e finanziario.
Anche in caso di rimborso tramite RID, ovvero l’addebito diretto sul conto corrente, è buona regola verificare sempre con massima attenzione che la rata sia stata regolarmente pagata dalla propria banca e che il pagamento sia andato a buon fine, in caso contrario le finanziarie possono comunque registrare il ritardo con le conseguenze precedentemente descritte.

Non riesco a pagare le rate, come fare?

In caso di difficoltà nel tenere fede al piano di ammortamento previsto dal finanziamento può essere utile rivolgersi alle associazioni dei consumatori, come ad esempio Adiconsum, i quali mettono a disposizione un fondo di prevenzione usura a sostegno dei soggetti in difficoltà.

Chi ha subito un protesto può ottenere un prestito personale?

Chi ha subito un protesto o ha avuto problemi nel pagamento delle rate potrebbe avere difficoltà, ma come soluzione alternativa può ricorrere alla cessione del quinto dello stipendio o della pensione.

Tale forma di prestito infatti consente alla banca di essere tutelata attraverso la trattenuta diretta della rata mensile concordata con il datore di lavoro del soggetto beneficiario: per ottenere un prestito con cessione del quinto deve esserci la garanzia di un contratto di lavoro solitamente a tempo indeterminato, e la stipulazione di un’assicurazione obbligatoria che copre il credito in caso di morte, malattia o perdita del posto di lavoro.

Quando si viene cancellati dall’elenco dei cattivi pagatori?

Prima dell’entrata in vigore del nuovo codice di deontologia per i sistemi di informazioni creditizie, i tempi di conservazione dei dati arrivavano fino a 5 anni. Oggi,

chi ha pagato con ritardo fino a due rate, finendo tra i cosiddetti cattivi pagatori, viene cancellato dalla banca dati dopo un anno dalla regolarizzazione del pagamento.

Cosa significa prestito protetto?

Viene definito prestito protetto quel finanziamento che presenta coperture assicurative di fronte al possibile verificarsi di eventi improvvisi riguardanti la vita dell’assicurato e che potrebbero compromettere l’ammortamento, garantendo il pagamento delle rate mensili residue del finanziamento sottoscritto.

Gli eventi che possono pregiudicare il pagamento delle rate del prestito sono ad esempio il decesso del soggetto beneficiario, un’invalidità totale permanente o un’inabilità temporanea totale a seguito di infortunio e malattia, la perdita dell’impiego, la cessazione involontaria dell’attività lavorativa a causa di un evento straordinario, il ricovero ospedaliero.

Le assicurazioni sono sempre obbligatorie?

In genere nella stipulazione di tutti i finanziamenti è presente una polizza CPI, acronimo di creditor protection insurance, che assicura il debitore in caso di morte, invalidità permanente o perdita del posto di lavoro. Teoricamente non tutte le polizze sono obbligatorie, ma

la mancata sottoscrizione di una polizza, benché non obbligatoria, potrebbe comportare la riduzione dell’importo richiesto o addirittura il rifiuto di erogare il prestito nella peggiore delle ipotesi. Tuttavia ufficialmente l’unica forma di credito al consumo che per legge prevede una polizza obbligatoria è la cessione del quinto dello stipendio o dell’assegno previdenziale.

Qual è la differenza tra prestito personale e cessione del quinto?

Le principali differenze tra prestito personale e cessione del quinto riguardano essenzialmente due aspetti:

  • Modalità di rimborso: il prestito personale può essere rimborsato con addebito sul conto corrente o con un versamento effettuato direttamente dal titolare tramite bollettino postale, mentre nel caso della cessione del quinto, la rata viene detratta dallo stipendio o dalla pensione del richiedente.
  • Importo della rata: per il prestito personale l’entità dalla rata è stabilita in funzione dell’importo concesso e della durata del finanziamento, nel caso della cessione del quinto invece l’importo è prefissato e non può superare un quinto dello stipendio o della pensione.

Il datore di lavoro è informato sulla cessione del quinto?

Sì, il datore di lavoro è a conoscenza della richiesta di cessione del quinto, poiché l’istituto di credito dovrà contattarlo affinché possa notificare la firma del contratto. Questo perché

la somma di denaro per il rimborso del finanziamento viene trattenuta direttamente dalla busta paga del dipendente che ne ha fatto richiesta. In ogni caso, il datore di lavoro non può rifiutare di accettare la pratica di cessione del quinto del proprio dipendente.

Chi può richiedere un prestito con cessione del quinto?

Possono richiederlo tutti i soggetti che soddisfano determinati requisiti:

Età minima e massima: per richiedere la cessione del quinto si deve aver compiuto i 18 anni come soglia minima e non si dovranno aver superato gli 85 anni di età alla scadenza del prestito

Lavoro o pensione: si deve essere titolari di un contratto di lavoro a tempo indeterminato o di una pensione.

Tipologia di contratto di lavoro: la cessione del quinto dello stipendio è dedicata ai lavoratori dipendenti assunti con contratto a tempo indeterminato: alcune finanziarie concedono in taluni casi la cessione del quinto anche a coloro che hanno contratti  a tempo determinato, ma la durata del prestito deve coincidere con la data di risoluzione del contratto di lavoro.

Cosa significa prestito con delega?

Il prestito con delega, chiamato anche doppio quinto, è una tipologia di finanziamento della durata massima di dieci anni che permette, a chi è già titolare di una cessione del quinto dello stipendio o della pensione, di incrementare l’importo del prestito di un altro quinto. Pertanto

la rata di cessione del prestito con delega non puòsuperare i due quinti dello stipendio. Questa tipologia di finanziamento è ottenibile anche da chi ha subito pignoramenti, protesti o ha altri prestiti in corso, prevede una rata fissa e costante per tutta la durata del prestito, ma al contrario della cessione del quinto bisogna ottenere il via libera dal proprio datore di lavoro per vedersi concesso il finanziamento.

Cosa significa prestito pre-approvato?

Si definisce prestito pre-approvato il finanziamento che ha superato positivamente la prima fase dell’iter di valutazione, in cui l’istituto di credito esprime un parere preliminare di fattibilità riguardo il prestito richiesto.

Questo momento è caratterizzato dall’acquisizione di informazioni circa la solvibilità del cliente ponendo le basi per la concessione del finanziamento. Si tratta solo di un primo consenso che da il via all’istruttoria vera e propria, con la valutazione della documentazione relativa all’affidabilità creditizia e alla capacità reddituale del richiedente.

Cosa significa prestito deliberato?

Si definisce prestito deliberato quel finanziamento che ha ottenuto il via libera definitivo dalla società finanziaria o istituto di credito dopo l’iter di valutazione, verificando il rispetto di determinati parametri a conclusione della fase di istruttoria. Si tratta della fase

in cui l’istituto di credito esamina la documentazione acquisita, valuta il profilo del richiedente e la sua storia creditizia e compie tutti gli accertamenti necessari per approvare la concessione della somma di denaro in prestito.

Quanto costa recedere da un prestito?

È possibile recedere da un contratto di finanziamento, ma è importante il momento in cui si decide di esercitare questo diritto di ripensamento. Le scadenze a cui bisogna prestare attenzione sono

il limite fissato entro 14 giorni dalla conclusione del contratto senza andare incontro al pagamento di alcuna spesa o interesse, oppure oltre tale termine entro 30 giorni dalla conclusione del contratto, ma in quel caso bisogna pagare una penale prevista esplicitamente nel contratto stipulato.

Quando conviene estinguere un prestito?

Quando si estingue un prestito si vuole saldare in anticipo un finanziamento. L’estinzione del prestito è consentita esplicitamente nel contratto di finanziamento, e può essere effettuata in qualsiasi momento, a discrezione del debitore, quando si dispone della liquidità necessaria per estinguere in un’unica tranche il debito residuo oppure utilizzando la liquidità proveniente da un altro prestito più conveniente.

Poiché sui prestiti erogati viene applicato il cosiddetto ammortamento alla francese con la quota interessi più alta nel periodo iniziale del finanziamento, è proprio in questa fase che l’estinzione si rivela maggiormente vantaggiosa. In alcuni casi le finanziarie prevedono una penale sull’estinzione anticipata che non può superare l’1 per cento del debito residuo da rimborsare.

Prestito, quando diventa usura?

Se si ha l’impressione che i tassi di interessi proposti dalla banca o società finanziaria siano troppo alti, oppure che durante il periodo di ammortamento la rata mensile appare eccessivamente elevata rispetto alle nuove condizioni del mercato, è lecito controllare se il tasso del prestito è usuraio, ovvero superiore ai limiti imposti dalla Banca d’Italia, dando un’occhiata al sito ufficiale nella pagina dedicata con tutte le info aggiornate in merito.

Quando decade un prestito non pagato?

Si parla di decadenza di un prestito non pagato per intervenuta prescrizione, ovvero quando decorre il limite temporale stabilito dalla legge, oltre il quale il creditore non potrà vantare alcun diritto. Secondo quanto prescritto dall’articolo 2946 del Codice Civile,

i debiti derivanti da un prestito si prescrivono in dieci anni: oltrepassato questo limite di tempo, il creditore non può più esigere il pagamento delle rate non versate. Tuttavia, il suddetto limite temporale può essere interrotto attraverso la comunicazione di messa in mora, una notifica al debitore di tale comunicazione allontana la prescrizione facendo iniziare nuovamente il decorso temporale, pari al periodo prescrittivo precedente.

Chi ripaga il prestito in caso di morte?

Teoricamente spetterebbe agli eredi il rimborso delle rate residue del prestito in caso di morte del sottoscrittore del contratto, e solitamente gli istituti di credito e le finanziarie esigono il pagamento del credito residuo o delle rate rivolgendosi agli eredi secondo la linea di successione. Tuttavia,

qualora sia stata stipulata una polizza sulla vita caso morte collegata al finanziamento, quest’ultimo si estingue in modo automatico senza ulteriori richieste avanzate dalle banche agli eredi.

Che cos’è il consolidamento dei debiti?

Il consolidamento debiti è uno strumento finanziario che consente di trasformare tutti i finanziamenti stipulati in precedenza in un unico contratto di finanziamento, rinegoziando la rata e la tempistica di rimborso. In questo modo il soggetto ha un solo istituto di credito a cui dover restituire il capitale ricevuto più gli interessi, mettendo insieme ad esempio le rate per l’acquisto dell’auto o un altro bene con il prestito personale richiesto per altri scopi. Inoltre il consolidamento debiti consente di ottenere anche ulteriore liquidità aggiuntiva per soddisfare le proprie esigenze e necessità.

Che cos’è il prestito cambializzato?

Il prestito cambializzato è un particolare tipo di finanziamento non finalizzato che viene erogato in cambio della firma di cambiali da parte del richiedente. La cambiale

è un titolo di credito che ha la funzione di rimandare il pagamento di una determinata somma di denaro, deve avere dei requisiti previsti dalla legge per valere come titolo di credito espressi attraverso il bollo, fornendo il calore di titolo esecutivo, che dunque consente al creditore di effettuare il pignoramento di un bene senza una sentenza di condanna o di un decreto ingiuntivo di pagamento nel caso in cui il debitore non paghi alla scadenza dovuta. La cambiale rappresenta un affiancamento alla garanzia portata da chi richiede il prestito, una ulteriore tutela per l’istituto di credito o per la società finanziaria rispetto ad un soggetto di affidabilità incerta.

Cosa significa prestito chirografario?

Si definisce prestito chirografario quella tipologia di finanziamento che non necessita di garanzie reali come l’ipoteca di un immobile o il pegno, ma solo della firma autografa del richiedente che rappresenta la sola garanzia richiesta per accedere al finanziamento. Date queste sue peculiarità,

il prestito chirografario permette di ottenere somme non particolarmente elevate e presuppone comunque la verifica di determinate caratteristiche dei soggetti richiedenti, al fine di accertare la sussistenza di una situazione patrimoniale solida e di una storia creditizia pienamente affidabile. Nella maggior parte dei casi, l’istituto di credito richiede per questa tipologia di finanziamento una garanzia non di tipo patrimoniale, bensì reddituale.

Cosa significa prestito infruttifero?

Il prestito infruttifero è un prestito tra privati che prevede solo la restituzione del capitale, senza dunque l’applicazione di interessi o altri costi aggiuntivi. Questa forma di finanziamento generalmente

viene utilizzata di frequente tra familiari o persone con cui ha una conoscenza stretta, non prevede costi di apertura e di gestione della pratica, comporta la restituzione della somma nei tempi e con le modalità pattuite liberamente dalle parti, che vengono fissate attraverso una scrittura privata, che oltre a dettare le condizioni del prestito, deve avere data certa per essere eventualmente opposta a terzi. Poiché questa tipologia di finanziamento non offre alcuna forma di remunerazione per il prestatore, la somma erogata non è soggetta ad imposizione fiscale.

Cosa significa prestito a fondo perduto?

Il prestito a fondo perduto rappresenta una particolare forma di finanziamento senza obbligo di restituzione, che viene erogato da enti statali e regionali sulla scorta di fondi sia nazionali che europei, a sostegno di nuove attività imprenditoriali o di imprese già esistenti che desiderano implementare la propria attività. Questi finanziamenti sono destinati in particolare

a categorie di soggetti che hanno difficoltà ad accedere ai canali finanziari tradizionali come disoccupati, inoccupati, cassaintegrati, soggetti dell’imprenditoria giovanile e femminile ed imprenditori di aree territoriali considerate disagiate. Questi prestiti prevedono l’erogazione di un contributo in conto capitale, ossia non vi è restituzione della somma corrisposta né degli interessi maturati sull’importo concesso, e per ottenerli bisogna partecipare a un relativo bando di finanziamento presentando un business plan.

Cosa significa prestito in sofferenza?

Si definisce prestito in sofferenza il finanziamento la cui riscossione da parte dell’istituto di credito o della finanziaria è incerta a causa della situazione di insolvenza in cui versa il debitore. A differenza del cosiddetto incaglio bancario, ovvero la condizione di momentanea difficoltà economica che può portare ad un ritardo nel pagamento delle rate del prestito da parte del debitore,

il prestito in sofferenza indica una situazione di grave crisi finanziaria che non lascia presagire alcun margine di superamento, con una serie di implicazioni a carico del debitore, a partire dalla segnalazione ufficiale dello stato di sofferenza alla Centrale dei Rischi.

Cosa significa prestito in doppia mensilità?

Il prestito in doppia mensilità è una tipologia di finanziamento che permette di ottenere un importo pari a due mensilità nette medie per ogni anno di durata del prestito, a patto che il richiedente non abbia altre trattenute in corso sullo stipendio o sulla pensione.

Questo significa che con un prestito in doppia mensilità l’importo finanziabile raddoppia, dando la possibilità di ricevere due mensilità invece di una per un prestito rimborsabile in 12 mesi, oppure quattro mensilità per un finanziamento rimborsabile in 24 mesi.

Quando un prestito si dice diviso?

A differenza del prestito indiviso, in cui il capitale è prestato da un unico creditore ad un unico debitore, in un prestito diviso o prestito obbligazionario

vi sono molti creditori a fronte di un solo debitore, pertanto l’importo complessivo viene ripartito in quote sottoscritte da una pluralità di creditori. A ricorrere a questa forma di finanziamento, generalmente a medio o lungo termine, sono principalmente le grandi aziende che emettono prestiti composti da un certo numero di obbligazioni, reperendo sul mercato il capitale necessario al funzionamento dell’impresa.

Detrazione interessi prestito personale: è possibile?

I tassi di interesse pagati sui prestiti personali possono essere portati in detrazione soltanto da poche categorie di soggetti lavoratori. Siccome si tratta nella maggior parte dei casi di situazioni al limite, viene consigliato di suddividere i finanziamenti, procedendo anche alla richiesta di detrazione dei prestiti finalizzati, che per chiarezza e trasparenza sono più facili da gestire dal punto di vista fiscale.