In una situazione come quella che si è venuta a creare nel nostro Paese, stretto tra la crisi economica ancora in atto e la rivoluzione in atto nel mondo del lavoro, ottenere un prestito può rivelarsi abbastanza complicato, soprattutto ove non si sia in grado di presentare le garanzie richieste.
Anche in questo caso, però, gli istituti bancari sono ormai soliti richiedere polizze assicurative tese a metterli al riparo da sempre possibili sorprese. Si tratta di una richiesta che non ha assolutamente valenza ultimativa, ma che dovrebbe senz’altro essere presa in considerazione dallo stesso consumatore, in quanto potrebbe infine riservargli alcuni vantaggi di non poco conto.
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Perché le polizze assicurative
L’entrata in vigore del Jobs Act ha in pratica segnato la fine del posto fisso in Italia, anche a detta degli esperti. Ora, infatti, un lavoratore può essere licenziato anche per motivi economici e questo apre le porte ad una situazione del tutto nuova, di cui ha dovuto tenere conto anche il sistema creditizio.
Proprio per cercare di mettersi al riparo, senza però negare il credito ai lavoratori che si trovino a sottostare al nuovo regime lavorativo, eventualità che escluderebbe una quota consistente di possibili clienti, le banche e le finanziarie hanno infatti deciso di spingere molto sulla necessità da parte del soggetto richiedente di dotarsi di una assicurazione in grado di consentire loro di rientrare della cifra prestata anche nella malaugurata ipotesi di un decesso o un licenziamento del richiedente.
I vantaggi per il beneficiario del prestito
Va però sottolineato come anche il titolare del prestito possa avere un ritorno sottoscrivendo una polizza del genere, in quanto può approntare una vera e propria rete di sicurezza nel caso di un incidente tale da limitare le sue attitudini lavorative, oppure di una malattia che gli impedisca di ottemperarvi per un certo periodo. Proprio la polizza, quindi, può consentirgli di continuare a rispettare i suoi obblighi contrattuali e impedire che il suo nome venga associato ad uno dei database relativi ai cattivi pagatori. Una eventualità che potrebbe infine portare l’interessato in una situazione tale da impedirgli il futuro accesso ai prodotti creditizi.
Assicurazione sul prestito: cosa occorre valutare
I premi delle polizze sottoscritte in questi casi, indicate con il termine Cpi (Credit protection insurance), vanno naturalmente a rappresentare dei costi aggiuntivi, andando infine ad impattare anche in maniera notevole sul costo finale del prestito. Proprio per questo motivo chi intenda sottoscriverne una dovrebbe valutare più di un preventivo in modo tale da comprendere quale sia la formula più conveniente in termini di spesa.
Va comunque sottolineato come il modo più sicuro per capire quale delle polizze presenti sul mercato sia la più conveniente a parità di garanzie offerte è confrontare il Taeg, ovvero il Tasso Annuo Effettivo Globale, nel quale vengono ad essere compresi sia il tasso di interesse che tutte le altre eventuali spese e oneri accessori, andando infine ad esprimere il costo reale del prestito.
Si tratta di indicazioni che devono essere inserite in maniera chiara nelle informative precontrattuali. Proprio per questo motivo andrebbero richieste sia per il prestito che per l’assicurazione, permettendo in tal modo di poter infine giungere ad una scelta proficua.
Leggere attentamente le clausole contrattuali
Va anche aggiunto come sarebbe sempre il caso di leggere con estrema attenzione tutte le clausole inserite all’interno del contratto che si va a firmare, in modo tale da poter capire se gli eventi coperti siano compatibili o meno con i rischi che si vogliono assicurare o se sia il caso di dare vita ad integrazioni in tal senso. In particolare sarebbe assolutamente consigliabile informarsi se, nella eventualità di una estinzione anticipata del prestito, sia possibile ottenere il rimborso del premio non goduto e se una scelta di questo tipo prevede il pagamento di una penale.
Polizze facoltative: quando sarebbe opportuno stipularle
Va anche ricordato come le assicurazioni sui prestiti personali siano facoltative, con la parziale eccezione relativa alla cessione del quinto, nel quale proprio a norma di legge è richiesta la stipula obbligatoria di una polizza vita e rischio lavoro.
In determinati casi, però, l’istituto di credito che è chiamato ad erogare il finanziamento può chiedere che la stipula della polizza sia una condizione obbligatoria per l’erogazione del finanziamento.
Ciò può accadere ad esempio quando la situazione reddituale dell’utente non garantisca a sufficienza la banca sulla sua capacità di rimborso, oppure quando il lavoro dello stesso possa essere giudicato non del tutto sicuro o al riparo da eventuali crisi del mercato.
Conviene quando l’importo è abbastanza elevato
Si può comunque affermare come stipulare una polizza sia comunque sempre consigliabile quando l’ammontare del prestito sia piuttosto elevato, ovvero per le richieste che oltrepassino la soglia dei 5mila euro. Anche perché in caso di decesso dell’interessato, il peso del rimborso andrebbe a ricadere sulla sua famiglia. Mentre non sarebbe il caso di accenderne una ove il prestito riguardi cifre non molto consistenti.