Per i prestiti personali, 75 anni non rappresentano più un limite insormontabile: rispetto al passato infatti, i principali istituti di credito e società finanziarie operanti nel mercato del credito italiano propongono sempre più spesso prestiti per pensionati oltre 75 anni, eliminando progressivamente questa soglia d’età come limite massimo oltre il quale non si possono più richiedere finanziamenti. Grazie al fatto che le banche e le finanziarie possono abbinare al finanziamento un’assicurazione che tutela sia loro che il titolare del prestito in caso di decesso anticipato di quest’ultimo, oggi è più facile rispetto ad anche soltanto pochi anni fa trovare degli istituti che eroghino prestiti personali a 75 anni di età compiuti, benché sia necessario prestare attenzione ad alcuni aspetti: in particolare i tassi di interesse, che spesso per i pensionati sono vantaggiosi approfittando delle agevolazioni Inps, risultano essere più elevati, così come le spese accessorie potrebbero risultare più alte rispetto agli importi richiesti dalle finanziarie per i prestiti richiesti ad un’età inferiore. Anche la polizza assicurativa ha un costo che va ad influire sul TAEG, tutte cose che potete approfondire nella nostra guida dedicata ai prestiti personali a pensionati: qui di seguito ci concentreremo sulle offerte previste da alcuni operatori del settore riguardo i prestiti personali a 75 anni.
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Prestiti ex Inpdap 75 anni: i costi
Quelli che un tempo venivano definiti prestiti pensionati Inpdap, e che dopo la riforma degli enti pensionistici sono andati a confluire nell’Inps, la quale continua ad erogare le medesime prestazioni, rappresentano un’ottima soluzione per tutti i lavoratori del settore pubblico iscritti alla gestione previdenziale, in quanto prevede l’erogazione dei suoi prestiti in modo diretto fino al raggiungimento dei 90 anni di età al momento del termine del prestito, sia per il cosiddetto piccolo prestito che per i prestiti pluriennali. Rispetto ai lavoratori dipendenti la sola eccezione per i pensionati oltre 75 anni si ha per le somme calcolate al netto della quota cedibile: per poter accedere a queste forme di finanziamento agevolato,
Unicredit Prestito Pensione Quinto Più
Vediamo adesso alcuni esempi di prestiti personali a 75 anni erogati da alcuni dei più importanti istituti operanti in Italia: partiamo con Unicredit Banca, la quale prevede il prestito per pensionati Cessione del quinto della Pensione ‘Prestito Pensione Quinto Più’, che fissa come età massima alla scadenza del piano di ammortamento 80 anni, ed un’età massima per l’accesso fissata a 78 anni, con rimborso a 24 mesi.
Prestito pensionati Inps di Intesa San Paolo
I prestiti personali di Banca Intesa rappresentano una delle soluzioni più richieste dagli utenti italiani in cerca di finanziamenti: per il tema di nostro interesse l’istituto di credito propone il prestito Pensionati Inps, che prevede come età massima di accesso a 82 anni e alla scadenza di 84 anni con piano di rimborso da 24 mesi. Inoltre
Il prestito Bnl Pensione Dinamica
Chiudiamo con un terzo esempio di prestiti personali 75 anni e oltre offerto da Bnl Bnp Paribas, soffermandoci in particolare sul loro prodotto dedicato Prestito Bnl Pensione Dinamica, che propone una delle offerte più elastiche dal punto di vista dell’età per l’accesso al prestito personale per i pensionati, dato che alla scadenza i pensionati possono avere fino a 90 anni.
L’alternativa del prestito vitalizio bancario
Esiste la possibilità di ottenere prestiti personali a 75 anni senza dover ricorrere alla formula della cessione del quinto? Le possibilità invero da questo punto di vista non sono moltissime, tuttavia vi è un’opzione, soprattutto quando si necessita di cifre elevate, che può essere percorsa mettendo sul piatto un immobile di proprietà come garanzia, ed è il prestito vitalizio bancario o ipotecario che dir si voglia. Questa possibilità di finanziamento prevede che il pensionato richieda un mutuo senza che sia previsto il pagamento degli interessi in capo al richiedente attraverso la sua pensione, fatta salva la sua volontà in caso contrario di provvedere al rimborso, con l’immobile che diventa di proprietà della banca dopo il decesso del titolare del finanziamento, la quale provvederà a rivendere la casa per ottenere il rimborso del capitale erogato. La normativa che inquadra il prestito vitalizio bancario è stata recentemente rivista e regolamentata allo scopo di far risultare tale fattispecie meno onerosa per gli eredi del defunto, i quali potranno spontaneamente decidere